venerdì 30 agosto 2013

Seduzione di un ' isola

                        

                                                                                                         Ph. Mapi Giulivo


Seduzione di un ‘isola


                                                                  Occorre pensare con tutto il corpo
                                                                                                                                                                                                       (Elio Vittorini)


Ogni uomo è un’isola. Dove l’ho letto? Chi l’ha scritto? L’ho pensato io?
L’isola…il senso del limitato e dell’infinito. Territorio spesso inospitale e selvaggio oppure dolce e ridente, roccioso e lussureggiante . Territorio assoluto di seduzione…Disabitato o pullulante di vita. Racchiuso entro confini angusti. Terra circoscritta, ristretta, galleggiante nel mare.
L’isola è desiderio di spazio. Cosa c’è di più seducente dello spazio? E’ idea di infinito. Il viaggio nell’isola si snoda tra coste e promontori, è viaggio nella separatezza e nella solitudine ma è anche ansia di movimento nella illimitatezza delle acque, dei cieli, dell’aria.
E’ respiro inebriato nella profondità dell’attimo, nella coscienza di una territorialità che è anche irrazionale ricerca di spazi di assoluto.
Ogni uomo è un’isola. Corpo  seducente fluttuante nell’universo di un mare immaginato, terra sempre vergine da esplorare palmo a palmo per smarrirsi, senza mete prestabilite.
E’ l’isola che ti schiaccia, ti avvince alla terra, ma che ti dà il senso più puro della libertà. Ogni uomo è un isola…

L’approdo è dolce. Lasciarsi sedurre dal vento, dai profumi , dall’ ebrezza di un orizzonte ampio e disteso…Partire da un punto mille volte sognato per rifare un corpo girandogli intorno. Chiudere palpebre con gesto lieve. Accarezzare.
Scendere, soffiare. Esplorare cavità. Toccare erbe selvatiche. Sentire l’accenno di un sospiro. Terra aspra e madida di promesse. Colline, anfratti. Rocce. Piccole alture. Grotte.
Gesti impazienti .Il suono di frasi che sgorgano da sorgenti invisibili, come acqua densa di alghe e di detriti. Sentire la tensione, la vibrazione. Scendere. Fermarsi.
Il mistero degli angoli... Sentire il fremito dell’ acqua. Possedere un sasso. Ripartire.
Inebriarsi tra lingue e linguaggi sconosciuti. Condurre il viaggio. Abbattere i confini.
Affogare nel mare di infinito tanto atteso, voluto, cercato. Poi, lo sguardo che seduce e si lascia sedurre.  Terre che si fondono e si sovrappongono sprofondano nell’abisso. Si avvolgono nei fondali azzurri e riemergono. Non più due isole. Un'unica terra in attesa di un altro infinito. Rinata tra estasi e delirio, tra brezze e frenesie di onde in un eterno attimo di  assoluto.






                                              

domenica 11 agosto 2013

tra le braccia...




photo Mapi Giulivo

tra le braccia ti stringe cristallino
il pianto che ti dono

specchiati in me
e leggimi l’eterno

stiamo stretti   qui 
confusi con gli sterpi

guidami ai campi azzurri

tra il  profumo dei  gigli


(inedita in volume)