ALTALUNANDO ...di mariapia giulivo
incursioni ed escursioni, poesia,musica,letteratura,opinioni, divagazioni, ed altro ancora...
lunedì 14 gennaio 2019
tra te e me
ph. mariapia giulivo
tra te e
me un ponte d’ acqua
melodia di
un fresco incontro
tra te e la
mia aurora
fili di seta
a intrecciare parole
tra me e la
tua dolce luna
un ponte d’
aria levantina
un blu di
sincopate note
e stracci d’
onde increspate
come tulle
leggero nella brezza…
mariapia giulivo, inedita in volume
lunedì 18 luglio 2016
Sergio Cammariere, Gino Paoli e Danilo Rea, insieme all’ Arena Flegrea di Napoli: una serata indimenticabile…
Le foto, scattate durante il concerto, sono di Nino Cagnetta.
Sergio Cammariere, Gino Paoli e
Danilo Rea, insieme all’ Arena Flegrea di Napoli: una serata indimenticabile…
Ricco e
variegato, il programma dell’ estate 2016 all’ Arena Flegrea di Napoli, che mercoledì 13 luglio scorso ha proposto
un evento unico e irripetibile, un concerto che ha riunito on stage tre artisti
di alto livello, dissimili tra loro ma legati dal filo conduttore della musica
di qualità: Sergio Cammariere, Gino
Paoli, Danilo Rea.
“Cantautore
piccolino/confrontato a Paoli Gino”, canta in un pezzo vivo, autoironico e scoppiettante Cammariere , una delle tracce
dell’ album “Dalla pace del mare lontano” del 2002, ripreso poi come titolo
del suo
disco antologico “Cantautore piccolino” uscito nel 2008. Da
allora il tempo è passato, Sergio Cammariere
era già allora e lo è ancora oggi, uno degli artisti ed i compositori più raffinati e di talento
della musica italiana, ed il magico incontro, con il maestro Paoli si è
materializzato sotto gli occhi del pubblico partenopeo, sempre caldo ed
accogliente.
Due
pianoforti sul grande palco, una intro di Danilo Rea che ha proposto, tra l’
altro, diversi brani di Fabrizio De
Andrè in chiave jazz, poi la prima parte del concerto, con la poesia della voce
e dei testi di Gino Paoli, con le sue canzoni intramontabili e senza tempo, con
il suo affascinante carisma, quella voce quasi “parlante” accompagnata dal
maestro Rea, in un duo ormai consolidato e di sicuro impatto emotivo.
Dopo un
intervallo, Cammariere , con la sua storica band, Amedeo Ariano alla batteria,
Luca Bulgarelli al contrabasso, Bruno Marcozzi alle percussioni e l’ ospite
Daniele Tittarelli al sassofono, ha proposto alcune delle sue canzoni più note,
regalando come sempre a piene mani forti emozioni, con la sua costante ricerca
di arrangiamenti sempre nuovi e accattivanti. Mi piace solo citare, nel corpo del suo
intervento della serata , la sua intro al pianoforte del pezzo “Dalla
pace del mare lontano”, un momento musicale tanto alto, bello , intenso , toccante da togliere il
fiato. Tittarelli, in grande forma, è stato un ospite che con la sua particolare vena jazz ha davvero stupito: fraseggi indimenticabili e
di grande raffinatezza. Il calore e l’espressività
di Sergio Cammariere hanno, come sempre, incantato ed entusiasmato palesemente il pubblico.
Le emozioni
si sono fatte poi via via più sorprendenti. Proprio il brano “Cantautore
piccolino” , cantato da Cammariere e suonato con il supporto della sua band e
l’ entrata in scena di Danilo Rea al secondo pianoforte, è stata la “sigla”
dell’ ingresso di Gino Paoli sul palco. Finalmente in tre, sono le magie che
solo la musica sa creare…Il concerto si è snodato sul filo di un omaggio a
Napoli con la grande canzone di Pino Daniele “Napul’è”, di interpretazioni di
altre canzoni di grandi artisti di
scuola cantautoriale italiana come Tenco, Lauzi, Endrigo e con i brani sempre
densi di suggestioni ed evocazioni di Gino Paoli, cantate a due voci. Un
bellissimo contrappunto in cui il “cantautore piccolino” Sergio ha incontrato
Paoli Gino, ha cantato con lui e sul palco la formazione era al completo, con
la band di Sergio e il maestro Rea e lo
stesso Cammariere ai due pianoforti. Una serata unica e “senza fine” , canzone
di Paoli con cui si è concluso il concerto, lasciando nel pubblico quella
infinita , immensa poesia che solo la
coralità dei suoni e delle voci sa trasmettere e che ti resta nel cuore.
mariapia giulivo
venerdì 1 luglio 2016
ho incontrato la notte...
ph. mapi giulivo
ho incontrato la notte che insegue
le insidie della lingua
sono a due passi dal giorno ora
clandestina nave è la parola
timidezza d’ aurora
la scrittura ha i suoi pallori
inaudite tenerezze
che inchiodano il tuo nome
nel solco di terra e di ferite
in questa luce fioca
instabile
del tempo passeggero e fragile
domenica 12 giugno 2016
e la notte è un regno umido...
ph. mapi giulivo
e la notte è
un regno umido
di
incertezze di continui ardori
un labirinto
di terra amara
che si
intreccia con il mare
viaggio
sulle strade che mutano
nel buio
caldo antiche rotte
bisbigliate
trepide dal vento
tu ora dove
sei assurda lontananza
dove innocenza
del tempo
mentre
chiara mi scruta l’ alba
e l’ onda è
quasi bianca di neve?
dove sei
tu che appena sorge il giorno
ti
ritiri vigile nell’ ombra
lasciandomi
un tiepido sudore
spremuto
avaro da un sogno?
lunedì 6 giugno 2016
gli anni vissuti a dirotto...
ph. mapi giulivo
gli anni vissuti a dirotto
la polpa nera delle notti di maggio
da qualche parte
in qualche modo
nascerà dalla mia terra
un nuovo sillabario
dialogante e brullo
un gomitolo di frasi appena mormorate
in quest' alba porosa di giugno...
mercoledì 18 maggio 2016
Le "inaspettate sensazioni " di Giovanni Floccari...
Le immagini mi sono state cortesemente fornite da Giovanni Floccari
Le
“inaspettate sensazioni” di Giovanni Floccari …
Stampato da
“youcanprint”, una agile e versatile
piattaforma di self-publishing, che fuori dalle logiche di un mercato
editoriale sempre più complesso e difficile, consente ad un autore di vedere
pubblicato il suo lavoro in tempi brevi, nasce il romanzo “Quelle inaspettate sensazioni” di
Giovanni Floccari, torinese , quarantottenne, alla sua prima esperienza
narrativa. Dichiaratamente, sul retro di copertina, lo scrittore afferma che il
suo lavoro aveva come “idea iniziale ,quella di scrivere una autobiografia” che
in corso d’ opera si è invece trasformata, seguendo l’ onda delle emozioni e della
fantasia, ingredienti fondamentali per chiunque si avvicini alla scrittura e se
ne senta coinvolto e affascinato, in una storia ricca di sfaccettature,
caleidoscopica, che avvince il lettore e di cui colpisce la ricchezza di scarti e momenti davvero sorprendenti.
La storia
narrata è quella di Matteo, un uomo come tanti, con una vita apparentemente
normale, un lavoro stabile, nessuna relazione impegnativa con una donna ma
forse, alla perenne ricerca inconscia di qualcosa che modifichi il corso ripetitivo della sua esistenza.
Da un evento
scatenante, un viaggio a Londra per una collettiva di fotografia di cui l’ uomo si occupa con passione, la sua vita cambia, prende inattese svolte
che nel corso di lunghi anni, avranno forti conseguenze e
modificheranno la sua umanità e sensibilità, lo porteranno a compiere scelte
importanti, compresa quella della paternità responsabile , a cui lo stesso
autore tiene molto, avendo dedicato il romanzo a sua figlia Alice. E non a caso
è Giulia, la figlia di Matteo, il primo
“personaggio “ che si affaccia al lettore e immediatamente lo coinvolge...Giulia
che ritrova quella specie di “diario” su cui, suo padre Matteo, aveva abitudine
di scrivere e appuntare tutto…spesso rinchiuso nel suo studio, avvolto dall’
inebriante sentore di incensi al
sandalo.
Non svelerò molto della storia
o toglierei la sorpresa a chi il libro vorrà leggerlo. A chi vorrà seguire il
flusso di quelle sensazioni ,già presenti nel titolo stesso, che percorrono
tutta l’articolata narrazione . Diversi volti e corpi di donne , un universo
femminile scandagliato , spesso, con irrefrenabile curiosità e istinto ( molte
le scene di sesso presenti nel libro, assolutamente esplicite e non celate dal
velo dell’ ipocrisia) ma anche con improvvisi slanci di delicatezza, di tenerezza, donne diverse tra
loro , per cultura, età, aspetto, tra cui emerge la bellissima figura di
Annabel, la donna ,forse, a mio avviso, che
nel profondo rappresenta per Matteo il vero cambiamento, il punto di riferimento costante
, un amore insolito, altalenante, ma di
quelli capaci di modificare radicalmente il destino.
“Cos’è che
voglio veramente? Perché ho la necessità di cambiare sempre?” Così si interroga
Matteo, a pagina 213, una domanda che spesso molti si pongono ad un certo punto
del proprio percorso di vita. Questa “insoddisfazione” latente, questa
inquietudine interiore, il riflettere su di essa , è uno dei punti salienti del
romanzo. Dalla superficialità, dai sensi di colpa, da ripetuti e spesso neppure
voluti tradimenti , dai ricordi del
passato , compreso quello della sua “iniziazione sessuale” con una amichetta , Matteo arriva a
maturare molte consapevolezze , con uno spirito sempre autocritico su sé stesso.
La scrittura
del romanzo è scorrevole, dialogica , piacevolmente
coinvolgente. L’ occhio dell’ autore è “fotografico”, la descrizione di persone e luoghi è
dettagliata, affascinante, ci si sente immersi nelle numerose scene che via via
sembrano scorrere sotto gli occhi di chi legge. Così come definirei anche
“cinematografico lo stile narrativo di
Giovanni, denso com’è di colpi di scena, persino di brani musicali che
accompagnano certi istanti come una sorta di “colonna sonora” che fa da
contrappunto al racconto. Ne potrebbe venire fuori la sceneggiatura di un film…
Anche la suggestione di rapporti a distanza, proibiti, nascosti, che prendono
forse origine dal ripensare ad una
“virtualità” , ormai pressante e fortemente destabilizzante nel mondo attuale, compare nel romanzo come
sensazione di un universo interiore che , al contrario, ha bisogno di
rapporti più autentici . Veri. E sono
quelli, che l’ autore cerca, modificando, man mano che il romanzo scorre, il
suo sguardo sulla vita. Maturando una
maggiore coscienza. Questa ricerca, che percorre tutto il libro, ricerca di un
sé stesso più saldo, maturo, di un uomo che seguendo le tracce delle sue
“inaspettate sensazioni” vive momenti trasgressivi e piacevoli ma anche complicati e
destrutturanti, conduce a due colpi di scena finali, degni della migliore
tradizione del thriller. Proprio quando , avanti con gli anni, la sua vita
sembra essersi pianificata.
Non è così, forse, non è mai così…per nessuno. Il
corso del tempo è scandito anche da
imprevisti insospettabili, da agghiaccianti scoperte, da improvvise
rivelazioni, dalla nostra umanità imperfetta e di quelli che abbiamo intorno. Un
finale che lascia con il fiato sospeso, con una sorta di commozione e di
rimpianto…per quello che poteva essere e invece non è stato. Il romanzo si
chiude con la stessa Giulia, che , dopo aver scoperto fatti oscuri
e raggelanti, ripensa con dolore e affetto infinito a Matteo,
il suo indimenticabile amato padre. Il romanzo si chiude…ma resta aperto il mistero
della vita…
Sulla
copertina, la foto riportata è di Giovanni Floccari e rappresenta un luogo
chiave della vicenda, il lago di Avigliana, che ricorda a Giulia, verso le
pagine finali, le giornate che andava a
passare lì con tutta la sua famiglia,
avvolta da quel paesaggio e assaporandone la “pace ed il silenzio
impagabili” , seduta su quel grande
masso , a riva, dove amava " ammirare il bellissimo panorama”. Un luogo di
dolci ricordi che si trasforma, inaspettatamente, incredibilmente in un luogo di orrore e amara scoperta di una triste verità. Consiglio
con piacere la lettura di questo
romanzo. Non vi deluderà.
mariapia
giulivo
QUELLE
INASPETTATE SENSAZIONI, di GIOVANNI FLOCCARI, youcanprint 2016, pagine 206
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